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Puntata n. 34
È difficile parlare di calcio in giorni come questo. È difficile perché non è calcio; non più. A quelli cui suona strano ciò che dico ed ai tifosi incapaci di scindere la ragione dalla cieca faziosità, consiglio all’istante di passare a migliori letture (è pieno di giornali che soddisfano le loro esigenze), agli altri mando un abbraccio e chiedo di sedersi e di prestare la massima attenzione e fiducia ai vaneggiamenti di un “Grillo” indignato. Questo è un vero e proprio testamento calcistico, dal momento che non ho più la minima intenzione di perdere tempo a parlare di uno sport antisportivo, di un gioco divenuto “al massacro” di gente per bene e truffa ai danni di chi va allo stadio, di chi paga un abbonamento alla pay Tv e di chi gioca la schedina o scommette sul calcio. Perché di questo si tratta, amici miei. Non della Roma, alla quale hanno segato le gambe, ma di milioni di persone a cui hanno rubato soldi ed una passione. Principalmente, la cosa che vorrei si capisse (soprattutto che la capisse Moratti) è che se oggi a pagare è la Roma, domani toccherà a qualcun altro (Juve e Milan escluse). Sarebbe bello se una volta tanto in Italia prevalesse il timore del “oggi a te, domani a me” sul più comodo e vile “meglio a te che a me”! Utopia di un povero pazzo? Ho paura di si, ma è proprio sull’ignoranza, la passione e la pigrizia mentale della gente, che questi “signori” basano le loro fortune. “Ogni limite ha la sua pazienza” diceva l’immenso Totò. La mia si è prosciugata su quella rimessa dal fondo per la Roma, tramutata dal “sig” Racalbuto, in calcio d’angolo per l’Inter (ignorando la segnalazione del guardalinee). Il colpo mortale! L’ultima di una serie di coltellate inferte da un killer troppo sfacciato per non finire presto come merita. A lui penserà la divina provvidenza; l’anatema, potentissimo, lo riservo per furfanti di ben altra stazza. L’hanno preparata bene la stangata a Sensi. Deferimento, inibizione, esecuzione! Perfetta la scelta di tempo: contro l’Inter, minando irrimediabilmente il buon rapporto con Moratti (l’unico dei “grandi” con cui aveva un dialogo) e nel giorno dello sciopero dei giornalisti, così da conferirgli la minor cassa di risonanza possibile ed avere più tempo per selezionare le immagini, organizzando al meglio la consueta mala-informazione. Da “Guida al campionato” a “Controcampo” ho assistito ad un unico filo conduttore: partita regolare, arbitro perfetto, Roma rissosa. Perfino ogni traccia della schiacciante superiorità dimostrata dalla squadra capitolina (gol a parte) è stata volutamente tagliata dai filmati domenicali. Vantaggi riservati a quei pochi che sono a capo del governo e possiedono il controllo di tutte le televisioni nazionali.
Così solo i romanisti, e tra loro solo chi ha seguito la partita in diretta, sono al corrente di ciò che è effettivamente accaduto sabato sera. Gli altri non possono, non vogliono o non ne sono capaci.
La prepotenza e l’arroganza di questi “signori”, che con lo stesso sistema amministrano e amminestrano il nostro paese, ha superato (di tanto) il limite oltre il quale la libertà di ognuno è violabile e violata. Il popolo romano è unico. Scherziamo, ridiamo, siamo amici di tutti. Accogliamo tutti. Sappiamo ironizzare sugli altri e su noi stessi come nessuno. Incassiamo, sorvoliamo, “non ce ne frega e non ce ne importa”… ma una cosa proprio non la tolleriamo: non provate a cojonarci! Rischiate di risvegliare quell’ancestrale ardore, quell’indomabile furore che portò i nostri avi a dominare il mondo. I bei tempi in cui Roma costruiva acquedotti e nelle paludi della futura Mediolanum ancora vivevano in capanne e si pitturavano la faccia. La musica deve cambiare. Ciò non sarà possibile fino a quando non saranno estirpati gli attuali padroni del calcio dalle loro unte poltrone. Vorrei far capire che mentre nella penisola se la ridono amabilmente, a Roma sta montando una tensione pericolosa. È ormai opinione diffusa che il modo di mettere in riga certi individui, sia affrontarli di persona (c’è il precedente della Lazio di tre anni fa). Non istigo e non condivido; metto in guardia. Perché comprendo quale tipo di percorso mentale potrebbe portare qualche testa calda a farsi “giustizia”. Quindi attenti signorotti della Lega, l’ingordigia che vi è propria, potrebbe segnare la vostra fine. Invece di imporre il silenzio a chi si indigna per certe cose, sarebbe semplice (ma onesto) lavorare affinché non si verifichino più i motivi di tale indignazione. Voi continuate a sfottere, vi sentite tronfi e inattaccabili, ma non lo siete. Non fuori dal palazzo.
Del campionato è inutile parlare. Aspetto che questi discorsi li facciano Inter e Lazio, (che ora gioiscono), quando ormai sarà troppo tardi.
Elenco puntate:
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 | 32 | 33 | 34 | 35 | 36 | 37 | 38 | 39 | 40 | 41 | 42 | 43 | 44 | 45 | 46 | 47 | 48 | 49 | 50 | 51 | 52 | 53 | 54 | 55 | 56 | 57 | 58 | 59 | 60 | 61 | 62 | 63 | 64 | 65 | 66 | 67 | 68 | 69 | 70 | 71 | 72 | 73 | 74 | 75 | 76 | 77 | 78 | 79 | 80 | 81 | 82 | 83 | 84 | 85 | 86 | 87 | 88 | 89 | 90 | 91 | 92 | 93 | 94 | 95 | 96 | 97 | 98 | 99 | 100 | 101 | 102 | 103 | 104 | 105 | 106 | 107 | 108 | 109 | 110 | 111 | 112 | 113 | 114 | 115 | 116 | 117 | 118 | 119 | 120 | 121 | 122 | 123 | 124 |