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Puntata n. 6
I MITI | GIOCHI | DAL CAMPO ALLA PANCA |
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Gianluca Vialli |
Allegro chirurgo |
Claudio Prandelli |
Nato a Cremona il 9 luglio 1964, cresciuto nella Cremonese, Gianluca Vialli si affaccia per la prima volta in serie A nell’84, prelevato dalla Sampdoria. Attaccante che unisce grande grinta a tocchi di fino, con i blucerchiati (in coppia con il “gemello” Mancini), conquista 1 scudetto, 3 Coppa Italia, 1 Coppa delle Coppe ed 1 Supercoppa Italiana. Passa alla Juve per la consacrazione definitiva vincendo 1 scudetto, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana e la Champions League prima di tentare l’avventura inglese al Chelsea. Nel campionato di serie A collezionerà 325 presenze e 123 gol, vincendo una volta (nel ’91) la classifica dei marcatori.
Ed ora divaghiamo: tra i giochi da tavola di un tempo, non si può dire che fosse tra i migliori, ma di certo tra i più particolari. Sto parlando dell’Allegro chirurgo, in cui lo scopo del gioco (estrarre dal corpo del paziente gli oggetti più improbabili senza farlo urlare), dopo poco tempo finiva per tramutarsi in una sadica e volontaria tortura al “malcapitato”.
Claudio Prandelli, l’attuale allenatore del Parma, ha giocato come mediano nell’Atalanta e soprattutto nella Juventus con la quale ha vinto 3 scudetti, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Italia ed 1 Supercoppa Europea.
"CELO, CELO, MANCA!" | ||
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Campioni, gregari, brocchi, meteore... tutti grandi, perché erano sulle figurine | ||
Antonello Cuccureddu Juventus 79/80 |
Francesco Rocca Roma 79/80 |
Luigi Danova Torino 79/80 |
IL PERSONAGGIO: "CHI E' COSTUI?" |
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Galeotta fu un’amichevole contro la nazionale azzurra… il nostro “mister x” fece letteralmente impazzire il suo marcatore diretto, Fulvio Collovati. Impressionati dalla grande prestazione e dalle centinaia di reti delle quali si vantava di aver realizzato in carriera, i dirigenti del (???) non esitarono a portarlo in Italia…
Esito del gioco Anche il Cagliari dà il suo contributo ad Amarcord, prelevando in Uruguay l’idolo del Nacional di Montevideo, Waldemar Victorino detto “El Piscador”. La causa fu una rete realizzata agli azzurri in un Uruguay–Italia che non valeva nulla. Victorino giocò la partita della vita, facendo impazzire Fulvio Collovati, suo diretto marcatore. In Sardegna arriva nella stagione 82/83 insieme al peruviano Uribe. L’obiettivo era portare il Cagliari in Uefa, che alla fine finì in B... Victorino giunse tra squilli di tromba, vantandosi delle centinaia di reti realizzate in carriera. Ma qualcuno cominciò a pensare al pacco, quando sentì il bomber aggiornare il suo curriculum dopo una doppietta realizzata in amichevole... E così ai tifosi cagliaritani venne presentato un giocatore ormai sul viale del tramonto, che vagava al limite dell’area di rigore, in attesa di qualche pallone che non gli giunse mai... La sua avventura cagliaritana si concluse con 10 gettoni di presenza, nessuna rete ed un “quasi goal” realizzato con un patetico tocco di mano alla prima giornata contro la Roma. Venne mandato via, spendendo 100 milioni per convincere il Newell’s Old Boys ad accoglierlo tra le sue fila. L’allenatore rossoblù in quell’anno era l’olbiese Gustavo Giagnoni: “Victorino era animato da una grande voglia di dimostrare il suo valore”, ricorda il tecnico gallurese. “Qualche anno prima aveva vinto tutto in Uruguay con la maglia del Nacional, a Cagliari visse un’annata no. Sbagliava tutto, anche da dentro la porta: fui costretto a metterlo fuori squadra, ma mi dispiacque perché si impegnava tanto, tantissimo.” A Cagliari i più hanno rimosso… noi di Amarcord non potevamo scordarci del Piscador! |