Salta ai contenuti o alla mappa del sito
Puntata n. 3
I MITI | CARTONI | DAL CAMPO ALLA PANCA |
---|---|---|
Falcao |
Napo orso Capo |
Fabio Capello |
Nato a Xanxere (Brasile) il 16 ottobre 1953. Cresciuto nell’Internacional di Porto Alegre. Approda a Roma e alla Roma nel 1980. Dotato di tecnica, eleganza e visione di gioco sopraffine, Paulo Roberto Falcao diventa presto il “divino” e poi “l’ottavo re di Roma”. Nei 5 anni di permanenza all’ombra del Colosseo, conquista uno storico scudetto e 2 Coppe Italia. 107 sono le partite in serie A, con 22 segnature. Lascerà Roma con l’enorme peso della finale di Coppa dei Campioni persa ai rigori con il Liverpool.
Un vero e proprio “must” della mia infanzia e che spero lo sia stato anche per voi: il grande Napo orso Capo. La sua parlata napoletana e le sue continue evasioni dallo Zoo che facevano impazzire il guardiano, sono epiche. La sua immaginaria moto a tre posti inarrivabile. “iamme babbà!”
18 anni dopo lo scudetto di Falcao, Fabio Capello guiderà i giallorossi ad un’altra storica impresa. Nato a Pieris (Go), classe ’46, centrocampista. Capello esordisce in A da giocatore con la maglia della Spal nel 1964. Ha militato nella Roma, nella Juve e nel Milan. 322 presenze nella massima serie e 45 gol. Il più famoso però, lo segnerà in nazionale nel mitico stadio di Wembley. In campo conquista, con le diverse maglie, 4 scudetti e 2 Coppe Italia. Farà ancora meglio in panchina…
"CELO, CELO, MANCA!" | ||
---|---|---|
Campioni, gregari, brocchi, meteore... tutti grandi, perché erano sulle figurine | ||
Junior Torino 84/85 |
Giorgio Magnocavallo Atalanta 84/85 |
Graeme Souness Sampdoria 84/85 |
IL PERSONAGGIO: "CHI E' COSTUI?" |
---|
Fine anni 70, inizio 80. Un giocatore passa alla storia per i suoi leggendari calci piazzati (un particolare della foto potrebbe farvi ricordare…). Tra i suoi allenatori Carletto Mazzone, Tarcisio Burgnich e Rino Marchesi. Chi è?
Esito del gioco Massimo Palanca, il bomber in miniatura che calzava scarpe ortopediche numero 37, costruite su misura per il suo piede fatato. Nato a Loreto, in provincia di Ancona, Palanca conosce il suo periodo di massimo splendore con la maglia del Catanzaro, che porterà dalla B alla serie A per due volte e allo storico settimo posto nella stagione 80/81, ad un passo dalla qualificazione Uefa. Rigorista implacabile, è uno specialista dei calci piazzati. Tra i suoi “numeri” preferiti c’è il gol segnato direttamente da calcio d’angolo, una delizia per palati fini che gli riesce più volte in carriera. Diventato pezzo pregiato del mercato, il Catanzaro non può più trattenerlo e lo vende al Napoli per un miliardo e 350 milioni, più la comproprietà di Cascione. Dovrebbe essere la consacrazione, invece l’avventura partenopea si rivela un mezzo fallimento. Finisce al Como in B e poi al Foligno in C2. Sarà di nuovo il Catanzaro a fargli ritrovare l’antica vena. I suoi gol valgono l’ennesima promozione ai giallorossi (nel frattempo scivolati in C) e la permanenza nella serie cadetta per tre stagioni. Arriva il momento di appendere le minuscole scarpette al chiodo. “Piedino d’oro” lo fa da monumento cittadino, perché a Catanzaro non lo dimenticheranno mai. E nemmeno noi di Amarcord. |