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Puntata n. 8
L’estate del 1989 è caratterizzata dai capricci del Pibe de oro. Maradona non si presenta al ritiro precampionato, sostenendo di non poter tornare a Napoli perché ha ricevuto minacce e avvertimenti pesanti. “Qualche giornale scrive di camorra e di droga, ma Lucianone è come Alice nel paese delle meraviglie. – Mezza Italia vocifera che l’asso argentino sniffi cocaina, che sia ormai tossicodipendente, che frequenti ambienti camorristi. Ma il direttore sportivo del Napoli non ne sa niente” A settembre Diego tornerà, ma le sue bizze continuano. Bigon non potrà contare quasi mai a pieno sul suo apporto. È necessario mettere un qualcosa in più, se si vuole contrastare il Milan e vincere il campionato. Ci penserà Lucianone…
“l’8 aprile del ’90, a Bergamo, il Napoli affronta l’Atalanta. A 10’ dal termine, sullo 0-0, Alemao viene colpito al capo da un oggetto lanciato dagli spalti, forse una monetina. Segue una sceneggiata – con protagonisti il giocatore, il pittoresco massaggiatore Carmando e Lucianone dalla panchina. – Alemao viene fatto rientrare precipitosamente negli spogliatoi come se l’avesse investito un Tir. Pochi giorni dopo il giudice sportivo assegna ai partenopei la vittoria per 2-0, e il Napoli raggiunge il Milan in testa alla classifica. – l’Atalanta parla di slealtà, il Milan protesta, ma Lucianone si frega le mani e polemizza direttamente con Berlusconi: <Forse lui pensa di influenzare i giudici, ma invece può solo influenzare la gente con quelle sue televisioni che parlano solo di monetine.>” parole d’oro caro Luciano, mi chiedo come hai potuto cambiare opinione tempo dopo… “quattro anni dopo, Moggi passerà alla Juventus, e diventerà grande amico e alleato di Adriano Galliani e del Milan berlusconiano.”
La stagione si conclude in modo trionfale per Lucianone, che porta a casa il trofeo più ambito, lo scudetto, grazie a “una provvidenziale monetina caduta dal cielo. Meglio di San Gennaro.”