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Puntata n. 11
Io sono tranquillo, non ho niente da nascondere né da temere, non ho commesso irregolarità. Dimostrerò ai giudici che è tutto chiaro. Con queste spavalde dichiarazioni, Lucianone commenta l’avviso di garanzia ricevuto in seguito ad un blitz della Guardia di finanza nella sede della Lega Nazionale Calcio, e negli uffici di un gran numero di addetti ai lavori di serie A e B. Tra le montagne di documenti sequestrati, il nome del nostro amico, comparirà in molteplici attività sospette. Andiamo per ordine. La complessità, ma soprattutto la vastità delle nozioni, richiede una grande sintesi e una divisione per argomenti.
Le Fiamme gialle trovano nell’abitazione torinese di Giovanni Matta, settantenne ragioniere che fino al gennaio 1992 è stato il contabile del Torino Calcio, le copie dei librimastri, le agende della contabilità occulta della società, e soprattutto il diario dove annotava e commentava giorno per giorno gli aspetti più grotteschi e sconcertanti delle entrate e delle uscite “non documentate”. Tra le tante voci, ci sono anche le cosiddette “pubbliche relazioni-accompagnatrici”.
Nel diario di Matta, alle pagine del dicembre 1991, si legge: “ieri si è presentata una certa Riva, faccia, fisico e abbigliamento di puttana di alta classe. Voleva 6.300.000 per le prestazioni amorose sue e di colleghe per gli arbitri Aek Atene.
Matta, ovviamente, viene convocato in Procura, e davanti ai magistrati racconterà due anni di incredibili maneggi. Tengo a precisare che ciò che segue è tratto dagli atti processuali, non da chiacchiere di bar.
Ammetto il fatto di pagamenti a favore di terne arbitrali. Sia per l’Aek Atene, sia in altri due casi. – era stato Moggi a combinare questi incontri. Una volta avevo mandato via la signora, ma Moggi mi disse che aveva ragione e liquidai il compenso. – la scelta di chi accompagnasse la terna era demandata a Moggi e Pavarese. Il più delle volte io diedi il denaro a loro a saldo di tutte le spese, in via forfettaria e senza una distinta analitica. Le partite del Toro in questione, sarebbero tutte nella prima fase della Coppa Uefa 91/92: Torino-Reykjavik finita 6-1, Torino-Boavista finita 2-0 e Torino-Aek finita 1-0. Perfino Borsano, presidente del Torino, non trova difficoltà nell’ammettere: Era Moggi a occuparsi dell’ospitalità per gli arbitri internazionali. Li faceva portare in giro per negozi e faceva pagare gli acquisti. Anche delle prostitute si occupava Moggi, Pavarese è un mero esecutore di Moggi, non ha alcuna autonomia decisionale. All’inizio del 1994 viene rintracciata e interrogata la misteriosa signora Riva. Dapprima reticente, soprattutto quando le chiedono di Moggi, risulterà nel secondo interrogatorio sensibilmente più loquace in seguito all’incriminazione per false dichiarazioni al Pm. La Riva non solo conferma i fatti, ma aggiunge numerosi dettagli che il Matta non poteva sapere. La musica per Moggi e il fido Pavarese, cambia decisamente.