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Puntata n. 6
Lucianone abbandona i freddi torinesi e trasloca al mare. Dalla sua villa di Posillipo, domina il Golfo di Napoli e assapora il gusto torbido dei suoi prossimi successi. “Sotto il Vesuvio Lucianone non arriva a mani vuote. Porta in dote al presidente Ferlaino – il terzino granata Giovanni Francini – che la Roma vuole fortissimamente. Dino Viola è pronto a sborsare ben più dei 5 miliardi offerti dal Napoli – ma grazie a S.Gennaro-Lucianone, Francini si accasa a Napoli.” Anche in azzurro, il nostro eroe, non abbandona la tendenza ad esagerare, scavalcare, prevaricare. “Infatti, anche a Napoli comincia subito a scavalcare l’allenatore (Ottavio Bianchi) allacciando rapporti preferenziali con alcuni giocatori – primo fra tutti il numero uno: Diego Armando Maradona, personaggio intrattabile, divo capriccioso e impossibile. Ma anche con lui Lucianone riesce ad entrare in perfetta sintonia. – Il problema Maradona non esiste, la verità è che tutte le squadre vorrebbero avere il problema di gestire Diego – proclamerà Moggi dopo l’ennesima intemperanza del Pibe.”
La squadra gioca con il tricolore sul petto e anche per la nuova stagione è la favorita. Oltretutto lo “sperimentale” Milan di Arrigo Sacchi, l’altro accreditato alla vittoria finale, parte male. “All’inizio del 1988 il Napoli è saldamente al comando – e di partita in partita il suo vantaggio sul Milan, che insegue a secondo posto, tende ad aumentare. – Ma a partire da aprile, accade l’incredibile: in tre domeniche consecutive, la squadra comincia improvvisamente a perdere punti. Il vantaggio si riduce da +4 a +1. Poi c’è lo scontro diretto, il 1° maggio ’88. – Benchè giochi la partita scudetto in casa – perde l’incontro (per 2-3) e il campionato.”
In città scoppia il caos. I giocatori con uno sconcertante comunicato addosseranno a Bianchi tutte le colpe, la società invece, individuerà quattro capri espiatori (Bagni, Ferrario, Giordano e Garella). Dietro a tutto ciò c’è Lucianone. Ferlaino conferma l’allenatore e Moggi storce il naso. La sua prima stagione al Napoli finisce in modo fallimentare. “Lucianone viene accusato di non avere saputo governare la situazione interna alla squadra, proprio lui che si vanta di fare spogliatoio – Il fatto è che lo spogliatoio partenopeo è simile ad un malfamato night club, dove circolano cocaina e sesso a volontà. Vizi che porteranno Maradona sotto inchiesta sia penale che sportiva e lo costringeranno a espatriare prima che le cose si mettano davvero male. Lucianone asseconda il campione argentino in tutti i suoi voleri. Trova perfino il modo di sistemare suo fratello minore, Hugo, all’Ascoli dell’amico Rozzi, solo perché Maradona s’è messo in testa di avere un altro campione in famiglia – in realtà Huguito – è un fior di brocco.”