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News n. 172 del 15/07/2006 12.25.54
SERIE B, SERIE B!
Morbidi con le grandi e duri con le piccole! E' questa la prima impressione che si ha leggendo la sentenza di I grado sullo scandalo del calcio italiano emessa nella tarda serata di venerdì 14 luglio 2006 dalla Corte d'Appello Federale della Caf, per bocca del suo presidente Cesare Ruperto.
Tutti in B tranne il Milan, punti di penalizzazione elargiti come premi e proposte di radiazione ed inibizione per dirigenti del calcio ed arbitri...
Ma andiamo con ordine.
LA SENTENZA. La Juventus viene retrocessa in serie B (non in C1 come chiesto dal procuratore federale Palazzi) e l'anno prossimo partirà con 30 punti di penalizzazione. E c'è chi calcola che con un handicap così pesante sarebbe stato più logico mandare la Juve in C ma partendo da zero. Alla società bianconera è stato tolto lo scudetto incriminato, quello del 2004-2005, ma dovrebbe essere revocato anche il secondo tricolore conquistato da Capello, al momento non assegnato. Deciderà Guido Rossi, commissario straordinario Figc.
Massimo della severità per Fiorentina e Lazio, entrambe retrocesse in serie B ma con differenti penalizzazioni (i viola con -12, i biancocelesti con -7).
Il Milan resterà in A ma con partirà con 15 punti in meno. Per il campionato 2005-2006 al club rossonero sono stati tolti 44 punti: la squadra perderà il palcoscenico e gli introiti della Champions ma non è escluso che possa giocare la Uefa dato che l'Empoli ha già rinunciato a partecipare. L'intricata situazione si chiarirà nelle prossime settimane: il termine per l'iscrizione alle coppe europee scade il 25 luglio.
Tra i singoli tesserati, si prendono cinque anni di inibizione e proposta di radiazione Luciano Moggi e Antonio Giraudo. L'ad del Milan Adriano Galliani si ferma a un anno e Leonardo Meani, l'addetto agli arbitri 'sconfessato' dalla società rossonera, tre anni e sei mesi. Stessa pena inflitta al presidente della Fiorentina Andrea Della Valle (suo fratello Diego ne deve scontare quattro). E ancora: tre anni di inibizione al presidente della Lazio Claudio Lotito, quattro anni e sei mesi all'ex presidente della Federcalcio Franco Carraro, cinque all'ex vice presidente della Figc Innocenzo Mazzini.
Per i dirigenti arbitrali, esce di scena Paolo Bergamo per difetto di giurisdizione mentre il suo ex collega designatore Pierluigi Pairetto è inibito per due anni e sei mesi. Due anni e mezzo a Tullio Lanese, uno a Gennaro Mazzei e sola ammonizione a Pietro Ingargiola.
Tra gli arbitri, quattro anni e sei mesi di inibizione a Massimo De Santis, tre anni e sei mesi a Paolo Dondarini, tre mesi a Gianluca Paparesta e proscioglimento per Pasquale Rodomonti, Paolo Bertini, Domenico Messina, Gianclia Rocchi e Paolo Tagliavento. Un anno di inibizione, infine, ai guardalinee Claudio Puglisi e Fabrizio Babini.
LE MOTIVAZIONI. In 154 pagine la Caf spiega che si è tenuto conto anche degli effetti dello scandalo "sull'immagine di tutto lo sport italiano". Tra l'altro si legge che Moggi e Giraudo "sono stati ritenuti responsabili di un solo episodio di illecito sportivo; tuttavia l'illecito è caratterizzato dall'attuazione di una condotta continuativa nel corso di tutto il campionato, programmata al fine di realizzare l'intento di procurare alla Juventus un vantaggio in classifica, mediante il controllo diretto o indiretto della classe arbitrale, secondo le modalità descritte in motivazione, e costituisce, quindi, fatto disciplinarmente più grave di quello che si realizza mediante la condotta diretta alla alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola partita".
Quanto alla Juventus, "ha tenuto un comportamento processuale apprezzabile perché improntato a lealtà e correttezza; ha dimostrato inoltre, con l'opera di rinnovamento societario già attuata, di riconoscere gli errori commessi nel passato per il tramite dei suoi dirigenti e di avere iniziato un processo di rigenerazione; di conseguenza la sanzione richiesta dalla procura federale deve essere notevolmente attenuata".
Per la Lazio si è riscontrato un solo illecito. In particolare, sostiene il dispositivo della sentenza Caf, per la Lazio "l'azione di Lotito diretta a trovare appoggi per la sua squadra è proseguita incessantemente con condotte per le quali la commissione certo non ha ritenuto pienamente provati gli elementi che ne permettessero l'attribuzione a titolo di illecito, ma che sono lesive dello spirito di lealtà e correttezza".
Alla Fiorentina è stata invece contestata una "pluralità di illeciti", anche se la Caf ha riconosciuto che "il comportamento dei dirigenti scaturisce dal fatto che la squadra era rimasta penalizzata da una serie di arbitraggi sfavorevoli i quali avevano compromesso la sua posizione in classifica al punto da far apparire "più che concretò il pericolo di una sua retrocessione".
I RICORSI. Dopo la lettura pubblica del dispositivo, le parti in causa dovranno prendere visione delle motivazioni e preparare i ricorsi che tutti i club coinvolti hanno già preannunciato. Il secondo grado di giudizio davanti alla Corte Federale partirà probabilmente venerdì prossimo per arrivare a sentenza il 25 luglio, in tempo per rispettare le scandenze pattuite da Rossi con l'Uefa.